The stock market barometer
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Il mondo di oggi è fortemente caratterizzato da una sorta di spinta verso il nuovo e da un corrispondente “disdegno” di tutto ciò che proviene dal passato. Questa tendenza non è certo sconosciuta ai mercati finanziari, che dimostrano un’euforia tutta particolare ogni volta che un nuovo filone di iniziative economiche si affaccia sullo scenario internazionale. Proprio in questo contesto è sorprendente notare come una teoria di trading elaborata quasi cento anni fa continui a dare ottimi risultati. Stiamo parlando della Dow Theory, ampiamente spiegata e documentata in ‘The Stock Market Barometer’; le prestazioni, a quasi cento anni dalla sua elaborazione sono sorprendenti: uno dei cinque migliori metodi di analisi per il quinquennio chiusosi nel giugno 1997; seconda miglior teoria sull’investimento di lungo periodo (quindici anni), e diventa la prima se escludiamo dall’analisi le teorie che utilizzano i margini. Il segreto di questa teoria che pare non avere età? La semplicità; si focalizza infatti esclusivamente sui movimenti dell’indice Dow Jones. I principi fondamentali che sono alla base della Dow Theory? Prima di tutto la convinzione che il mercato rappresenta tutto ciò che chiunque sa, spera, crede e prevede; in secondo luogo l’identificazione di tre tipi di andamento per ogni tipo di mercato: giornaliero, secondario e primario, ed è proprio quest’ultimo ad essere importante per gli investitori di lungo periodo; infine la convinzione che i movimenti del Dow Jones forniscono la chiave per comprendere i futuri andamenti del mercato. Quello che è certo è che la teoria illustrata in questo manuale non ha bisogno di dimostrare il suo valore a nessuno, perché ha già superato il test più difficile in assoluto: quello del tempo. |
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