La Crisi di Credit Suisse e sue potenziali conseguenze
17.03.2023
Dopo giorni di grande tensione la Banca centrale svizzera è intervenuta nella crisi di Credit Suisse, una delle più grandi banche svizzere, che stava affrontando una grave crisi di liquidità e rischiava di collassare. Se la crisi fosse diventata incontrollata avrebbe potuto mettere in serio pericolo la fiducia nel sistema bancario svizzero ed europeo, causando potenziali danni letali a tutto il mondo del credito in Europa.
La Banca nazionale svizzera ha fornito un'apertura di credito di 54 miliardi di euro a Credit Suisse per ripianare le perdite di bilancio dell'istituto, tuttavia la situazione non è stata completamente risolta, dal momento che questa crisi era nota da almeno un paio d'anni, riguardo la stabilità e la solvibilità della banca.
Il revisore (PwC) ha riscontrato carenze sostanziali nei controlli della rendicontazione finanziaria, e ha ammesso mancanze significative nel controllo del rischio a livello gestionale da parte del management. Questo ha rappresentato un duro colpo per la banca, che ha perso credibilità sui mercati finanziari.
La perdita di credibilità sui mercati rappresenta il rischio più grave per le banche, ovvero il rischio reputazionale, che è considerato pari o addirittura più grave del rischio di credito nei confronti della clientela. La crisi di Credit Suisse ha scatenato un'ondata speculativa su tutti i mercati azionari europei, e oggi si assiste a un rimbalzo solo parziale e senza slancio.
La BCE si è riunita per decidere la variazione della sua politica monetaria con l'aumento di 50 basis point: questa decisione avrà un impatto significativo sui mercati finanziari, inclusi quelli delle azioni.
Nonostante tutto, la crisi più profonda sembra essere stata momentaneamente tamponata. Tuttavia, sarà necessario vedere se il futuro riserverà a Credit Suisse un posto tra le grandi banche o se il management sarà costretto a considerare l'idea di venderla.
In ogni caso, non credo che a lungo termine questa crisi rappresenterà una nuova crisi come quella dei subprime del 2008, che ha avuto effetti su scala globale. Tuttavia, è importante che le banche siano in grado di identificare e affrontare tempestivamente i rischi, al fine di prevenire ulteriori crisi finanziarie.
La Banca nazionale svizzera ha fornito un'apertura di credito di 54 miliardi di euro a Credit Suisse per ripianare le perdite di bilancio dell'istituto, tuttavia la situazione non è stata completamente risolta, dal momento che questa crisi era nota da almeno un paio d'anni, riguardo la stabilità e la solvibilità della banca.
Il revisore (PwC) ha riscontrato carenze sostanziali nei controlli della rendicontazione finanziaria, e ha ammesso mancanze significative nel controllo del rischio a livello gestionale da parte del management. Questo ha rappresentato un duro colpo per la banca, che ha perso credibilità sui mercati finanziari.
La perdita di credibilità sui mercati rappresenta il rischio più grave per le banche, ovvero il rischio reputazionale, che è considerato pari o addirittura più grave del rischio di credito nei confronti della clientela. La crisi di Credit Suisse ha scatenato un'ondata speculativa su tutti i mercati azionari europei, e oggi si assiste a un rimbalzo solo parziale e senza slancio.
La BCE si è riunita per decidere la variazione della sua politica monetaria con l'aumento di 50 basis point: questa decisione avrà un impatto significativo sui mercati finanziari, inclusi quelli delle azioni.
Nonostante tutto, la crisi più profonda sembra essere stata momentaneamente tamponata. Tuttavia, sarà necessario vedere se il futuro riserverà a Credit Suisse un posto tra le grandi banche o se il management sarà costretto a considerare l'idea di venderla.
In ogni caso, non credo che a lungo termine questa crisi rappresenterà una nuova crisi come quella dei subprime del 2008, che ha avuto effetti su scala globale. Tuttavia, è importante che le banche siano in grado di identificare e affrontare tempestivamente i rischi, al fine di prevenire ulteriori crisi finanziarie.
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