Fase di distribuzione
29.09.2017
![]() MIB 50000
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autori: | Francesco Caruso |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Quando si parla di analisi ciclica non posso fare a meno di pensare al vero Maestro di questo argomento: Francesco Caruso. E il titolo che ho riportato qui sopra fa riferimento alla terza fase del ciclo di mercato, ben descritta nel libro di Francesco dal titolo MIB 50000. Che cosa è successo nei mercati in questi ultimi anni? E gli investitori come sono cambiati? Sì, ho sentito molte risposte e qualcuna anche convincente, ma sono ancora in fase di ricerca.
Oggi è stata per me una giornata molto interessante. Nella nostra sala abbiamo ospitato il corso "Trading in the Zone 2.0" con Enzo Vezzosi che ci ha proposto un’accurata formazione progettata a partire delle tecniche di Mark Douglas. La precisione del contributo didattico ha rivelato quanto Enzo sia padrone della materia. Tutti noi sappiamo quanto studio c’è dietro a un corso di una giornata “Trading in the zone 2.0” e quanto lavoro sui mercati sia necessario per mettere in pratica gli insegnamenti di Mark Douglas. Si è trattato realmente di un corso di alto livello!
Stella Boso
Fase di apprendimento
E ha ragione quel grande trader che spesso mi dice: “Bisogna imparare dai Big, altrimenti cosa pensi di poter apprendere… aria fritta!”. Ogni volta scoppio a ridere: lui dice una cosa talmente vera da risultare ovvia!
Allora, parlando di Big Trader, ritorniamo subito da Francesco Caruso. Vi lascio con una sua intervista, rilasciata in inglese al sito www.compositemomentum.com. Io ci ho scoperto una cosa che non conoscevo sull’attività di trader del Maestro Francesco!
Credo che ciò che troveremo a Milano al prossimo convegno IFTA 2017 sia davvero imperdibile!
Quali fattori vi hanno guidato nella scelta dei relatori per la IFTA Conference di quest’anno?
Il titolo della conferenza "Navighiamo verso il futuro" è stata la guida perché ci ha permesso di andare oltre la solita tematica dell'Analisi Tecnica, esplorando il mare delle opportunità che è nato da una nuova generazione di "quant" di tecnologie, mercati e strumenti. Cercheremo anche di entrare nel vasto tema della contaminazione tra la nostra disciplina e molti altri campi dell'economia (ovvero la finanza comportamentale, Intelligenza Artificiale, grandi dati, crittografie), con i migliori contributi istituzionali e accademici. Ogni discorso è stato selezionato in relazione al suo valore aggiunto ai partecipanti e all'evoluzione globale dell'analisi tecnica.
Qual è stato il fattore determinante nella tua scelta di diventare analista tecnico?
È stato un percorso casuale in un primo momento, stavo studiando economia, ma ero specializzato in una parte completamente diversa. Mentre terminavo gli studi, sono rimasto colpito dall'analisi tecnica, perché portava ad una visione di mercati completamente diversa da quella classica e istituzionalizzata. Inoltre sono stato abbastanza fortunato da poter imparare da grandi maestri, una fortuna alla quale ho associato una passione che è sempre andata molto oltre il semplice lavoro. Ho dedicato molto tempo e intensità all'analisi tecnica, è stata la forza trainante della mia vita, ma devo dire che l'analisi tecnica mi ha dato molto.
Quando hai iniziato ad analizzare e a fare trading sugli asset e quali sono stati i tuoi primi successi/perdite?
Ho iniziato come trader sulle valute e sui tassi di interesse quando in Italia non esistevano ancora futures. Mi ricordo di grossi trade sulle valute, ma se devo essere onesto, mi ricordo meglio delle perdite. Nessuno impara mai dai propri successi; gli esseri umani imparano solo dagli errori e dalle sconfitte
Che cosa hai imparato da questi?
Ho imparato che la disciplina nei mercati è assolutamente il bene più importante. Devi essere umile davanti ai prezzi, che sono l'unica realtà che conta. Inoltre ho imparato che i mercati sono macchine per deludere e che se c'è una parte inutile, vorrei dire anche piuttosto stupida della nostra disciplina, è quella che cerca di "prevedere" il futuro. Nessuno di noi, individualmente o collettivamente, ha la minima idea di ciò che il futuro porterà. Abbiamo solo speranze e paure.
Che tipo di portfolio Manager sei? Che mercati (o strategie) prediligi?
L'evoluzione del mio lavoro mi ha incoraggiato a diventare un asset manager e quindi anche i miei modelli quantitativi si sono spostati in questa direzione. Attualmente la mia azienda è consulente di una SICAV Total Return Low Vol che ha circa 80 milioni di attività. Ma i miei progetti sono più ampi e certamente non mi fermerò a questo fondo, ma vorrei passare in direzione delle strategie CTA (Commodity Trading Advisor), sempre con un motore quantistico ma molto più volatile e - spero - utile per gli investitori.
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