Non avrei saputo trovare parole migliori!
23.03.2019
Non avrei saputo trovare parole migliori!
Perché bisognerebbe leggere fino in fondo questo articolo? Per svariati motivi, ma soprattutto per non perdere i soldi nei mercati.
Vi auguro una buona lettura e vi prometto che in questo week end sul nostro sito troverete molto per i vostri investimenti!
LA CATENA ALIMENTARE DEL TRADING
di Fabio Michettoni
Ma che sta succedendo?
Gann asseriva, a ragione, che qualsiasi cosa interagisca a livello naturale con l’universo mondo e con ripetuta ciclicità, vive dei periodi di massima vibrazione, cioè dei periodi energetici che i fisici classificherebbero ad alta entropia, matematicamente definiti, quindi regolati da numeri.
Adesso, io non sono un profondo conoscitore di Gann come alcuni tra i miei colleghi, ma non penso sia fuori luogo dire che anche il mondo del trading stia vivendo un periodo di massima vibrazione…emotiva.
Cosa voglio dire
Ho avuto il privilegio di vivere la Genesi dell’Analisi Tecnica italiana dal 1989, durante la quale ho assistito praticamente a tutto il suo evolversi fino ad oggi, oltreché il privilegio di fare la spola tra le corbeilles di Piazza Affari e l’Ufficio Studi dell’ intermediario per cui all’epoca lavoravo. Non c’era nulla da ridire. L’Analisi Tecnica era riconosciuta come disciplina in cui si cimentavano pochi “carbonari”, che studiavano i grafici…e approfondivano gli stessi concetti tecnici dibattuti oggi. Nulla oggi è da inventare e niente di tanto scibile è più stato “inventato”, semmai l’arte (come Martin Pring definiva l’Analisi tecnica) ha assunto risvolti via via sempre più rigorosi, dai connotati strettamente quantitativi.
“Sono riuscito a vedere lontano salendo sulle spalle dei giganti”
Dicevamo…c’era già tutto quel c’è oggi…Dow, Elliott, Gann, Wilder, medie mobili, indicatori vari…e CON quel tutto si costruivano le strategie. Di breve o di medio-lungo periodo. La differenza la faceva la sensibilità cognitiva dell’analista tecnico, nascosto nell’ufficio più lontano di ogni commissionaria di borsa, di ogni studio di Agente di cambio o, più avanti, di ogni SIM.
L’AT era la nuova frontiera e la clientela che voleva seguirla, faceva la CLIENTELA, non aveva la smania dell’immediata EMULAZIONE. Era dall’altra parte della scrivania e l’asimmetria informativa, nel senso più sano del termine, era l’alea in cui si muoveva l’altrettanto sano rapporto tra l’ESPERTO di Analisi Tecnica e il CLIENTE. L’AT era strumentale all’instaurarsi di un solido e proficuo rapporto d’affari. Mai una contestazione che andasse oltre il confronto su: “meglio l’Azionario, piuttosto che i Titoli di Stato, le Convertibili o vendere uno STRIP”. Come in tutte le professioni, il rapporto con il cliente era VERTICALE.
Il costo della conoscenza
Strutturare tecnologicamente un piccolo ufficio studi era costosissimo. Disporre di un flusso dati ENDofDAY della COMPUTRAC era da strafighi. Se si voleva spendere di meno si declinava su Tenfore. Costosi anche i software, tutt’ora inarrivabili per modularità, gestione e versatilità, rispetto alle tre o quattro striminzite piattaforme all-inclusive rilasciate oggi e intorno alle quali è fiorito un sottobosco di nozionisti. Se uno voleva ritagliarsi la sua indipendenza operativa doveva INVESTIRE almeno una decina di milioni di lire. Senza contare la frequenza ripetuta di corsi tenuti dai vari Martin Pring o John Murphy, a PESANTE PAGAMENTO, (perché di gratuito non c’era assolutamente nulla). Insomma, per vedersi riconosciuta un’ expertise minimamente accettata anche dal mondo accademico, che vedeva l’AT come il fumo agli occhi e la contrastava con qualsiasi mezzo, si doveva SPENDERE…e tanto.
Non sapete cosa vi siete persi
Bello crescere con il proprio mito. Martin Pring è stato il primo vero divulgatore della materia, insieme a John Murphy. Da entrambi si recepiva l’inconscia positiva determinazione e il tacito orientare la didattica di apprendimento della materia, l’Analisi Tecnica, in modo indubitabile. I primi a mettere a disposizione dei traders i loro segreti. Pring era meno adatto ai neofiti, per cui si doveva prima fare un pezzo di strada con Murphy per abbracciare successivamente il “tecnico dei tecnici”…ovviamente PAGANDO. Sicuramente non erano i soli sul palcoscenico, ce ne erano altri di altrettanto elevato spessore, come John Bollinger, ma le perle, si sa, sono rare.
Jurassic Park
Tutto si evolve. Anche i dinosauri hanno subìto la loro evoluzione della specie. Molti si sono estinti. Lo stesso discorso vale anche per i TRADERS VECCHIO ORDINAMENTO. Sono sopravvissuti solo coloro che hanno saputo adattarsi e che hanno capito qualcosina in più degli altri riguardo la mutevolezza dei mercati e l’impatto della tecnologia su di questi. Oggi è tutto cambiato rispetto a 25/30 anni fa. La possibilità di avere un flusso dati continuo per tutti gli strumenti quotati, elaborati da software veloci, ha aperto le porte dello scalping e del trading sistematico che altro non hanno fatto che alzare la percentuale di “suicidi” borsistici. Perché? Ma perché se l’universo mondo dei mercati è cambiato in tutte le sue sfaccettature, quel che non è cambiata è la preparazione approssimativa dei suoi frequentatori, o per lo meno di una gran parte di loro, che hanno avuto poi la pretesa di saltare la scrivania urlando a squarciagola per diffondere NOZIONI e nulla più.
Quindi…?
Datevi una calmata. Voi che VIBRATE dalla voglia di sapere andando a leggere direttamente l’ultima pagina del libro, senza sbattervi più di tanto. Cari Pasdaran della conoscenza low cost, che magari operate anche in demo, datevi una bella calmata e iniziate a studiare davvero. Non fate confusione tra oscillatori e indicatori, tra sentiment e momentum. Imparate le formule degli indicatori a memoria, o quantomeno studiateli prima di applicarli per le vostre scelte operative...e non dite che il Market Profile e il Volume Profile sono la stessa cosa. Spegnete la vostra sfera di cristallo e smettetela di “PREVEDERE”, perché QUI’ non esistono né GURU, nè SANTONI e non si prevede un bel niente. Imparate a conoscere i pattern di prezzo e le sue implicazioni operative, senza inventare o pensare di vedere modelli fantasmagorici; fate colazione con la Volatilità ed assaporatela quotidianamente…senza che vi vada di traverso, ed infine riponete in un cassetto la supponenza con cui dite che l’ANALISI TECNICA, in tutte le sue declinazioni, non funziona, perché è proprio la vostra superficialità a sabotarne l’efficacia.
STUDIATE e vedrete che, forse, vibrerete di meno. Studiate e abbiate l’umiltà di apprendere confrontandovi con chi ne sa più di voi.
Perché bisognerebbe leggere fino in fondo questo articolo? Per svariati motivi, ma soprattutto per non perdere i soldi nei mercati.
Vi auguro una buona lettura e vi prometto che in questo week end sul nostro sito troverete molto per i vostri investimenti!
LA CATENA ALIMENTARE DEL TRADING
di Fabio Michettoni
Ma che sta succedendo?
Gann asseriva, a ragione, che qualsiasi cosa interagisca a livello naturale con l’universo mondo e con ripetuta ciclicità, vive dei periodi di massima vibrazione, cioè dei periodi energetici che i fisici classificherebbero ad alta entropia, matematicamente definiti, quindi regolati da numeri.
Adesso, io non sono un profondo conoscitore di Gann come alcuni tra i miei colleghi, ma non penso sia fuori luogo dire che anche il mondo del trading stia vivendo un periodo di massima vibrazione…emotiva.
Cosa voglio dire
Ho avuto il privilegio di vivere la Genesi dell’Analisi Tecnica italiana dal 1989, durante la quale ho assistito praticamente a tutto il suo evolversi fino ad oggi, oltreché il privilegio di fare la spola tra le corbeilles di Piazza Affari e l’Ufficio Studi dell’ intermediario per cui all’epoca lavoravo. Non c’era nulla da ridire. L’Analisi Tecnica era riconosciuta come disciplina in cui si cimentavano pochi “carbonari”, che studiavano i grafici…e approfondivano gli stessi concetti tecnici dibattuti oggi. Nulla oggi è da inventare e niente di tanto scibile è più stato “inventato”, semmai l’arte (come Martin Pring definiva l’Analisi tecnica) ha assunto risvolti via via sempre più rigorosi, dai connotati strettamente quantitativi.
“Sono riuscito a vedere lontano salendo sulle spalle dei giganti”
Dicevamo…c’era già tutto quel c’è oggi…Dow, Elliott, Gann, Wilder, medie mobili, indicatori vari…e CON quel tutto si costruivano le strategie. Di breve o di medio-lungo periodo. La differenza la faceva la sensibilità cognitiva dell’analista tecnico, nascosto nell’ufficio più lontano di ogni commissionaria di borsa, di ogni studio di Agente di cambio o, più avanti, di ogni SIM.
L’AT era la nuova frontiera e la clientela che voleva seguirla, faceva la CLIENTELA, non aveva la smania dell’immediata EMULAZIONE. Era dall’altra parte della scrivania e l’asimmetria informativa, nel senso più sano del termine, era l’alea in cui si muoveva l’altrettanto sano rapporto tra l’ESPERTO di Analisi Tecnica e il CLIENTE. L’AT era strumentale all’instaurarsi di un solido e proficuo rapporto d’affari. Mai una contestazione che andasse oltre il confronto su: “meglio l’Azionario, piuttosto che i Titoli di Stato, le Convertibili o vendere uno STRIP”. Come in tutte le professioni, il rapporto con il cliente era VERTICALE.
Il costo della conoscenza
Strutturare tecnologicamente un piccolo ufficio studi era costosissimo. Disporre di un flusso dati ENDofDAY della COMPUTRAC era da strafighi. Se si voleva spendere di meno si declinava su Tenfore. Costosi anche i software, tutt’ora inarrivabili per modularità, gestione e versatilità, rispetto alle tre o quattro striminzite piattaforme all-inclusive rilasciate oggi e intorno alle quali è fiorito un sottobosco di nozionisti. Se uno voleva ritagliarsi la sua indipendenza operativa doveva INVESTIRE almeno una decina di milioni di lire. Senza contare la frequenza ripetuta di corsi tenuti dai vari Martin Pring o John Murphy, a PESANTE PAGAMENTO, (perché di gratuito non c’era assolutamente nulla). Insomma, per vedersi riconosciuta un’ expertise minimamente accettata anche dal mondo accademico, che vedeva l’AT come il fumo agli occhi e la contrastava con qualsiasi mezzo, si doveva SPENDERE…e tanto.
Non sapete cosa vi siete persi
Bello crescere con il proprio mito. Martin Pring è stato il primo vero divulgatore della materia, insieme a John Murphy. Da entrambi si recepiva l’inconscia positiva determinazione e il tacito orientare la didattica di apprendimento della materia, l’Analisi Tecnica, in modo indubitabile. I primi a mettere a disposizione dei traders i loro segreti. Pring era meno adatto ai neofiti, per cui si doveva prima fare un pezzo di strada con Murphy per abbracciare successivamente il “tecnico dei tecnici”…ovviamente PAGANDO. Sicuramente non erano i soli sul palcoscenico, ce ne erano altri di altrettanto elevato spessore, come John Bollinger, ma le perle, si sa, sono rare.
Jurassic Park
Tutto si evolve. Anche i dinosauri hanno subìto la loro evoluzione della specie. Molti si sono estinti. Lo stesso discorso vale anche per i TRADERS VECCHIO ORDINAMENTO. Sono sopravvissuti solo coloro che hanno saputo adattarsi e che hanno capito qualcosina in più degli altri riguardo la mutevolezza dei mercati e l’impatto della tecnologia su di questi. Oggi è tutto cambiato rispetto a 25/30 anni fa. La possibilità di avere un flusso dati continuo per tutti gli strumenti quotati, elaborati da software veloci, ha aperto le porte dello scalping e del trading sistematico che altro non hanno fatto che alzare la percentuale di “suicidi” borsistici. Perché? Ma perché se l’universo mondo dei mercati è cambiato in tutte le sue sfaccettature, quel che non è cambiata è la preparazione approssimativa dei suoi frequentatori, o per lo meno di una gran parte di loro, che hanno avuto poi la pretesa di saltare la scrivania urlando a squarciagola per diffondere NOZIONI e nulla più.
Quindi…?
Datevi una calmata. Voi che VIBRATE dalla voglia di sapere andando a leggere direttamente l’ultima pagina del libro, senza sbattervi più di tanto. Cari Pasdaran della conoscenza low cost, che magari operate anche in demo, datevi una bella calmata e iniziate a studiare davvero. Non fate confusione tra oscillatori e indicatori, tra sentiment e momentum. Imparate le formule degli indicatori a memoria, o quantomeno studiateli prima di applicarli per le vostre scelte operative...e non dite che il Market Profile e il Volume Profile sono la stessa cosa. Spegnete la vostra sfera di cristallo e smettetela di “PREVEDERE”, perché QUI’ non esistono né GURU, nè SANTONI e non si prevede un bel niente. Imparate a conoscere i pattern di prezzo e le sue implicazioni operative, senza inventare o pensare di vedere modelli fantasmagorici; fate colazione con la Volatilità ed assaporatela quotidianamente…senza che vi vada di traverso, ed infine riponete in un cassetto la supponenza con cui dite che l’ANALISI TECNICA, in tutte le sue declinazioni, non funziona, perché è proprio la vostra superficialità a sabotarne l’efficacia.
STUDIATE e vedrete che, forse, vibrerete di meno. Studiate e abbiate l’umiltà di apprendere confrontandovi con chi ne sa più di voi.
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